| Legno di Campeggio
Haematoxylon Campechianum L
La Pianta
E’ una Leguminosa Cesalpinacea in forma di grande albero tortuoso, alto fino a 15 metri. Il nome di Campeggio gli deriva dalla baia di Campeche nel Messico, lungo i cui lidi fu scoperto dagli Spagnoli nelle loro prime esplorazioni; esso cresce abbondantemente in molte zone del versante atlantico dell’America centrale e meridionale.
Fu coltivato scientificamente in Giamaica dal 1715 e poi in altre ragioni, poiché il suo legno era apprezzatissimo per tingere in rosso cupo le stoffe o per produrre lacche nere in combinazione con Sali metallici. Il legno di campeggio è uno dei pochi prodotti naturali che hanno potuto resistere a lungo all’assalto dei colori artificiali, tanto che in tempo recente è stato usato anche per la tintura del nailon.
Il legno campeggio veniva importato in Europa in grossi ceppi scortecciati e privati della maggior parte dell’alburno; questi avevano color rosso bruno e violaceo nelle parte esposte all’aria, molto più chiaro sul taglio. In commercio si distinguevano nei tempi più recenti molte qualità che prendevano il nome dal paese di produzione o dai porti dell’imbarco. Negli antichi libri di tintura italiana il campeggio era chiamato legno tauro.
Uso
Il colore si ottiene facendo macerare il legno ridotto in scaglie.
Caratteristiche del colore
Ottima solidità ai lavaggi in acqua.
Sensibile alla luce, nel tempo tende a cambiare leggermente, abbassandosi di tono. Meglio riporlo al buio quando non indossato.
Teme le sostanze acide come il profumo il contatto con cibi, bevande e il sudore.
Se dovesse verificarsi lo spostamento del colore in seguito ad uno di questi eventi, risciacquare e lasciare il tessuto a bagno per circa trenta minuti in acqua fredda con sapone neutro.
Questa operazione ha buone possibilità di ripristinare l'uniformità del colore.
Bibliografia
Franco Brunello “ L’arte della tintura nella storia dell’umanita” Neri Pozza editore – Vicenza
La Pianta
E’ una Leguminosa Cesalpinacea in forma di grande albero tortuoso, alto fino a 15 metri. Il nome di Campeggio gli deriva dalla baia di Campeche nel Messico, lungo i cui lidi fu scoperto dagli Spagnoli nelle loro prime esplorazioni; esso cresce abbondantemente in molte zone del versante atlantico dell’America centrale e meridionale.
Fu coltivato scientificamente in Giamaica dal 1715 e poi in altre ragioni, poiché il suo legno era apprezzatissimo per tingere in rosso cupo le stoffe o per produrre lacche nere in combinazione con Sali metallici. Il legno di campeggio è uno dei pochi prodotti naturali che hanno potuto resistere a lungo all’assalto dei colori artificiali, tanto che in tempo recente è stato usato anche per la tintura del nailon.
Il legno campeggio veniva importato in Europa in grossi ceppi scortecciati e privati della maggior parte dell’alburno; questi avevano color rosso bruno e violaceo nelle parte esposte all’aria, molto più chiaro sul taglio. In commercio si distinguevano nei tempi più recenti molte qualità che prendevano il nome dal paese di produzione o dai porti dell’imbarco. Negli antichi libri di tintura italiana il campeggio era chiamato legno tauro.
Uso
Il colore si ottiene facendo macerare il legno ridotto in scaglie.
Caratteristiche del colore
Ottima solidità ai lavaggi in acqua.
Sensibile alla luce, nel tempo tende a cambiare leggermente, abbassandosi di tono. Meglio riporlo al buio quando non indossato.
Teme le sostanze acide come il profumo il contatto con cibi, bevande e il sudore.
Se dovesse verificarsi lo spostamento del colore in seguito ad uno di questi eventi, risciacquare e lasciare il tessuto a bagno per circa trenta minuti in acqua fredda con sapone neutro.
Questa operazione ha buone possibilità di ripristinare l'uniformità del colore.
Bibliografia
Franco Brunello “ L’arte della tintura nella storia dell’umanita” Neri Pozza editore – Vicenza